Da sempre l’evoluzione tecnologica ha segnato fortemente le pratiche sportive, dall’automobilismo al ciclismo, dal nuoto al tennis, dall’atletica al calcio. Non c’è disciplina sportiva che non sia stata interessata dall’innovazione. Spesso anticipando soluzioni poi trasferite in altri ambiti o facendone proprie altre finalizzandole al miglioramento delle performance degli atleti. La tecnologia e le scoperte scientifiche hanno cambiato radicalmente l’approccio sia agli sport individuali sia a quelli di gruppo. Un approccio multidisciplinare che vede in primo piano nuovi materiali, nuovi processi produttivi e innovative tecniche di progettazione e simulazione. Ma anche, oggi più che mai, dispositivi smart wearable (cioè che si indossano) e sistemi sensoristici per il monitoraggio della pratica sportiva non disgiunti dalle analisi dei big data.
La metodologia della ricerca scientifica ha esasperato sempre più lo studio analitico di tipo seriale, ricercando un rapporto diretto di causa/effetto per avvalorare un’ipotesi e renderla “scientificamente” accettabile. Tale procedura, […]
Videoanalisi degli intertempi della prestazione sui 100hs di Luminosa Bogliolo agli Assoluti di Padova 2020, commentata dal suo allenatore Antonio Dotti.
Videoanalisi degli intertempi della prestazione sui 100hs di Luminosa Bogliolo agli Assoluti di Padova 2020, commentata dal suo allenatore Antonio Dotti.
Gli ostacolisti agli Assoluti di Padova Si sono appena a conclusi a Padova i CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI SU PISTA, tre giornate di sport a cui hanno partecipato i migliori atleti […]
Nel praticare una qualsiasi disciplina sportiva di movimento, tutti hanno avuto o hanno a che fare con piccoli-grandi disturbi.
Qui una piccola guida per imparare a distinguere e a riconoscere le proprie sensazioni di dolore.
Possedere un cardiofrequenzimetro, metterlo al polso e dare un’occhiata ai valori di frequenza durante l’allenamento, serve a poco. Il cuore è uno strumento di misurazione incredibilmente preciso. Se messo in relazione alla potenza erogata, è indice indiretto di valutazione delle caratteristiche meccaniche neuro-muscolari e coordinative specifiche di ogni disciplina sportiva. Monitorando opportunamente la frequenza cardiaca, è possibile valutare: la velocità aerobica massima – la soglia anaerobica – il rendimento biomeccanico della corsa – l’indice di recupero nelle prove frazionate – l’intensità dello sforzo su percorsi non misurati, collinari, accidentati – lo stato di affaticamento generale.
La corsa al record spinge la maggior parte degli organizzatori delle corse su strada (e delle maratone in particolare) ad “appiattire”, per quanto possibile, il percorso. L’obiettivo è di eliminare […]
È inutile negarlo: dai campioni affermati agli amatori più “pacati”, tutti aspirano a correre più
velocemente. I parametri della velocità, nel gesto della corsa, sono semplicemente due: l’ampiezza e la frequenza del passo. È sufficiente allungare di un centimetro ogni passo (lasciando invariata la frequenza) per migliorare sensibilmente il tempo sulla maratona (sino a 1’).
La mia percezione è che, per le discipline di durata, si sia posta eccessiva enfasi sui meccanismi di erogazione energetica e meno attenzione sui sistemi elettromeccanici dai quali dipende il movimento. È ovvio che le due cose sono interdipendenti, ma l’uomo si muove perché i muscoli si contraggono e non per l’ossigeno che brucia gli zuccheri. Così come non è pensabile modificare una macchina senza conoscerla, allo stesso modo non si può allenare senza seguire direttamente le modalità di espressione del movimento dell’atleta.