fbpx

Hai bisogno di informazioni? Contattaci: +39393 3121820

Il monitoraggio della frequenza cardiaca

Possedere un cardiofrequenzimetro, metterlo al polso e dare un’occhiata ai valori di frequenza durante l’allenamento, serve a poco. Il cuore è uno strumento di misurazione incredibilmente preciso. Se messo in relazione alla potenza erogata, è indice indiretto di valutazione delle caratteristiche meccaniche neuro-muscolari e coordinative specifiche di ogni disciplina sportiva. Monitorando opportunamente la frequenza cardiaca, è possibile valutare: la velocità aerobica massima – la soglia anaerobica – il rendimento biomeccanico della corsa – l’indice di recupero nelle prove frazionate – l’intensità dello sforzo su percorsi non misurati, collinari, accidentati – lo stato di affaticamento generale.

velocità di corsa

L’incremento della velocità di corsa

È inutile negarlo: dai campioni affermati agli amatori più “pacati”, tutti aspirano a correre più
velocemente. I parametri della velocità, nel gesto della corsa, sono semplicemente due: l’ampiezza e la frequenza del passo. È sufficiente allungare di un centimetro ogni passo (lasciando invariata la frequenza) per migliorare sensibilmente il tempo sulla maratona (sino a 1’).

La meccanica della corsa

Sulla meccanica e sull’energia

La mia percezione è che, per le discipline di durata, si sia posta eccessiva enfasi sui meccanismi di erogazione energetica e meno attenzione sui sistemi elettromeccanici dai quali dipende il movimento. È ovvio che le due cose sono interdipendenti, ma l’uomo si muove perché i muscoli si contraggono e non per l’ossigeno che brucia gli zuccheri. Così come non è pensabile modificare una macchina senza conoscerla, allo stesso modo non si può allenare senza seguire direttamente le modalità di espressione del movimento dell’atleta.